Ombre rosse

1967 – 1981
Periodico
Trimestrale, poi bimestrale




Nata nel contesto del Sessantotto e caratterizzata da un forte impegno politico, la rivista «Ombre rosse» si concentrava sull’analisi del cinema come strumento di critica sociale, ponendo particolare attenzione ai registi e ai movimenti che sfidavano le convenzioni.

Storia e linea editoriale

La rivista «Ombre rosse» è stata pubblicata dal 1967 al 1981. Nato nel contesto delle tensioni politico-culturali del Sessantotto, il periodico si caratterizza per una visione innovativa e impegnata del cinema, che riflette l’intento di coniugare la critica cinematografica con una prospettiva sociale e politica.

La linea editoriale di «Ombre rosse» si distingue infatti per un approccio critico fortemente influenzato dalle teorie marxiste e dalla critica sociale: la rivista non si limita a recensire i film, ma mira a esplorarne l’impatto culturale e politico, analizzandoli nel contesto delle trasformazioni sociali in corso.

«Ombre rosse» si concentra particolarmente sui registi che sfidano le convenzioni e utilizzano il cinema come mezzo di critica sociale e politica. Tra i suoi interessi vi sono il cinema d’autore e i movimenti cinematografici internazionali, che sono coperti con un’attenzione ben maggiore di quella loro riservata sui circuiti tradizionali.

La rivista ha visto la collaborazione di alcuni dei più importanti critici e intellettuali italiani dell’epoca, tra cui Alberto Farassino, uno dei fondatori insieme a Paolo Mereghetti, Morando Morandini, Bruno Gambarotta, Paolo Gobetti, Luigi Manconi, Sandro Petraglia, Lidia Ravera, Gianni Rondolino e Stefano Rulli.