Storia e linea editoriale
«Cinema» è un quindicinale di divulgazione cinematografica fondato a Roma, nel 1936, da Luciano De Feo. Obiettivo della rivista è affrontare gli aspetti tecnico-scientifici del cinema nel loro intrecciarsi con questioni teoriche e pratiche di natura economica, politica, sociale, culturale, artistico-industriale, didattica e propagandistica, differenziandosi così dalla “infinita teoria di pubblicazioni periodiche” dedicate “alle forme più caduche anche se più appariscenti e seducenti della creazione cinematografica: bellezza, sensualità, edonismo” (dall’editoriale del primo numero). Nel 1938 la direzione di «Cinema» passa a Vittorio Mussolini, che la mantiene fino al 25 luglio 1943.
Dopo l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, critici come Mario Alicata, Carlo Lizzani, Gianni e Massimo Puccini, Michelangelo Antonioni e Giuseppe De Santis usano la rivista per denunciare lo scollamento tra produzione cinematografica italiana coeva e realtà del Paese, sostenendo film realisti come Ossessione (1943) di Luchino Visconti contro il calligrafismo e l’escapismo imperanti.
«Cinema» riprende le pubblicazioni a Milano nel 1948, sotto la direzione editoriale di Guido Aristarco, che impegna sé stesso e fidati collaboratori come Renzo Renzi in una battaglia in favore del neorealismo, in polemica con il governo democristiano. Nel 1952 Aristarco viene allontanato da «Cinema» per motivi politici e le pubblicazioni continuano su toni meno militanti, fino alla cessazione nel 1956.